Letrozolo Cos’è, come e quando si assume Controindicazioni
Dopo 6 cicli di chemio, nel febbraio 2019 ho iniziato la terapia con Femara, tutt’ora in corso. L’effetto collaterale principale sono state le vampate di calore, ma ho avuto anche un notevole aumento del colesterolo, per cui ho dovuto iniziare una statina. L’anno scorso ho avuto una frattura di 3 metatarsi dopo un minimo trauma (che assolutamente non giustificava una frattura così importante) e sono stata messa in terapia con Prolia; poi da qualche mese anch’io noto un assottigliamento e diradamento dei capelli. Per quel che riguarda i dolori articolari, avendo io di base una patologia reumatica, prendevo già antidolorifici, quindi posso solo dire che non sono aumentati.
- Le scelta di farmaci e dosaggi avviene sulla base dell’indicazione per la quale si inizia la terapia.
- Altri farmaci usati sono il fulvestrant, il medrossiprogesterone acetato e il megestrolo acetato, e nell’uomo gli antiandrogeni abiraterone acetato, enzalutamide e apalutamide.
- Il letrozolo agisce diminuendo la quantità di estrogeni prodotti dall’organismo contribuendo a bloccare la crescita di alcune forme tumorali alla mammella, le cui cellule necessitano di questi ormoni per proliferare.
- I Profili Farmacologici sono schede che danno informazioni sintetiche sui farmaci antitumorali, sul modo in cui essi si somministrano e sugli effetti collaterali cui possono dare adito.
Per evitare la ricomparsa della malattia, in genere il trattamento ormonale deve essere assunto per cinque anni; tuttavia questo periodo può variare a seconda della risposta ottenuta e nel caso di malattia avanzata. Gli inibitori delle aromatasi hanno un ruolo fondamentale nel trattamento adiuvante delle donne in postmenopausa con tumore al seno positivo al recettore https://sportvitalife.com/product/kamagra-oro-verde/ ormonale. Tuttavia, sebbene molte delle pazienti trattate in questo modo abbiano un’eccellente prognosi a lungo termine, gli effetti avversi sul metabolismo osseo rappresentano una sfida clinica importante. Le donne trattate con inibitori dell’aromatasi risultano infatti soggette a una sostanziale riduzione della densità ossea e a fratture da fragilità.
Tumore al seno: la pillola aumenta il rischio?
La neoplasia in cui la terapia ormonale ha una documentata efficacia è il tumore sieroso di basso grado, un tipo di carcinoma ovarico che risponde debolmente alla chemioterapia. In questo caso gli inibitori dell’aromatasi sono la prima opzione di cura in caso di recidiva. Fondazione AIRC sta sostenendo diversi studi sull’utilizzo dell’ormonoterapia in diversi tipi di tumore dell’ovaio.
- Questo effetto collaterale, però, è temporaneo e i capelli dovrebbero cominciare a ricrescere poco dopo il termine della terapia.
- Per ridurre il rischio di recidive dopo un tumore al seno è dimostrata da tempo l’efficacia della terapia endocrina nel caso di tumori positivi ai recettori ormonali in donne dopo la menopausa.
- Viene somministrata per iniezione intramuscolare, di solito nei glutei, o sottocutanea, nell’addome, ogni 4, 12 o 26 settimane.
Per le donne che l’hanno seguita regolarmente per cinque anni, il rischio di morire di tumore al seno nei 15 anni successivi è inferiore di circa un terzo rispetto a quello delle donne che non si sono sottoposte al trattamento. In casi specifici, per ridurre ulteriormente il rischio di recidiva, sulla base dell’esame istologico iniziale e delle condizioni generali della paziente, l’oncologo può decidere di prolungare il trattamento fino a dieci anni. Le cellule tumorali costituenti molte forme di carcinoma mammario hanno bisogno di estrogeni per la loro crescita. Nella fase di pre-menopausa, gli estrogeni vengono prodotti prevalentemente nelle ovaie.
Mangi troppe patatine fritte? Sei a rischio ansia e depressione
Il letrozolo può essere somministrato per diversi mesi o anni a seconda della vostra particolare situazione. L’oncologo che vi ha in cura discuterà con voi quella che a suo parere è la durata del trattamento più indicata per il vostro caso. Il letrozolo può provocare questi disturbi; nella maggior parte dei casi è sufficiente assumere analgesici. Quest‘effetto collaterale costituisce una delle cause principali di sospensione del trattamento.
- La cura può durare anche diversi anni e non deve mai essere interrotto senza il benestare del medico.
- Una volta sospesa la cura, cioè, l’ovaio torna a funzionare, anche se nelle donne più vicine alla menopausa questo non sempre si verifica.
- Dopo la menopausa, invece, le ovaie non producono più ormoni e gli estrogeni circolanti sono prodotti da tessuti periferici dell’organismo (soprattutto il tessuto adiposo e i muscoli) a partire dagli androgeni prodotti dalle ghiandole surrenali.
- A questa classe di farmaci appartengono l’anastrozolo, l’exemestane e il letrozolo.
Il trattamento blocca l’attività delle ovaie nelle donne trattate per tumore al seno. Provoca gli stessi effetti collaterali delle altre terapie ormonali per il tumore del seno (i disturbi tipici della menopausa) ma ha un effetto più marcato sull’umore, per cui può portare più facilmente alla depressione. Può agire inoltre sulla pressione arteriosa, alzandone o abbassandone i valori. Il tamoxifene è usato nelle donne che non hanno ancora affrontato la menopausa o in quelle che l’hanno già superata ma che, per varie ragioni, non possono prendere gli inibitori dell’aromatasi.
Qualora la terapia con letrozolo provochi una riduzione della densità minerale ossea, l’oncologo saprà prescrivere i rimedi più efficaci per contrastarla.rete. Il letrozolo si usa per il trattamento del carcinoma della mammella e dell’ovaio (quest’ultimo in caso di ripresa della malattia) nelle donne in post-menopausa. Premetto che sono una di quelle pazienti quasi “miracolate” che in 3 mesi di chemio con adriamicina + ciclofosfamide seguiti da 4 di taxolo, non ha MAI avuto un minuto di nausea (vomito men che meno)!!! Dopo 2 settimane di sospensione sono passata ad un altro inibitore dell’aromatase, l’exemestane (Aromasin, ma esiste anche il generico).
Trattamento delle metastasi ossee da carcinoma prostatico e mammario
Quest’ultimo lo sto combattendo andando a correre a giorni alterni e con una drastica (ma ponderata) dieta alimentare. Ora come ora il tutto è abbastanza gestibile, ma ho il terrore che mi vengano fuori effetti come quelli sotto descritti. Nel 2018 sono stata operata di un cancro delle ovaie al terzo stadio di basso grado di malignità.
Il vomito può essere trattato con farmaci antiemetici e la diarrea con farmaci antidiarroici. Il letrozolo può causare disturbi a carico del fegato che possono manifestarsi con sintomi come l’ingiallimento della pelle e degli occhi, nausea, perdita di appetito e urine di colore scuro. Il letrozolo viene somministrato per via orale sotto forma di compresse da assumere, in genere, una volta al giorno.
Qualora si dimentichi di assumere una compressa, non bisogna assolutamente assumere una dose doppia di farmaco per compensare la dimenticanza, ma deve essere subito informato il medico oncologo che deciderà il da farsi. Nei tumori con recettori ormonali positivi in fase precoce a tutte le età e in quelli in fase avanzata, la terapia ormonale per il tumore del seno generalmente si assume per bocca una volta al giorno, di solito sotto forma di compresse. È importante attenersi alla dose di farmaco prescritta dall’oncologo e alle istruzioni su quando prenderlo rispetto ai pasti, perché il fatto di avere lo stomaco vuoto o pieno cambia in maniera sostanziale l’assorbimento del medicinale.
Clostridium difficile: la cura è una “pillola” di microbioma
Ora un ampio studio randomizzato ha preso in esame la combinazione tamoxifene seguito da letrozolo, dimostrando che prolungare la durata del letrozolo per cinque anni porta dei benefici significativi. Cos’è la terapia ormonaleLa terapia ormonale consiste nella somministrazione di farmaci che bloccano l’attività degli estrogeni, ormoni femminili normalmente prodotti dall’organismo ma responsabili dell’insorgenza e dello sviluppo di almeno due terzi dei tumori al seno. Questi farmaci possono essere usati per ridurre le dimensioni del tumore prima dell’intervento chirurgico (terapia neoadiuvante) oppure, più spesso, dopo l’operazione ed eventuali chemioterapia e/o radioterapia, per evitare la ricomparsa della malattia (terapia adiuvante).